NEREO PEDERZOLLI – 26 Marzo 2025
Viti a piedefranco, scritto proprio così: vale a dire viti ancorate alle origini della cultura enoica. Piante con radici in ambiti che superano i moderni canoni agronomici (quelli cioè che sfruttano particolari innesti radicali per proteggere la vigoria vegetativa della vite).
Come è noto, gli innesti furono il rimedio per prevenire gli attacchi della fillossera, l’insetto che sul finire del 1800 devastò – ‘rodendo’ le radici – tutto il patrimonio viticolo europeo. Le viti furono salvate dall’intuizione di alcuni genetisti francesi: inserire su tralci di vite americana – che resiste all’insidia – altrettanti segmenti di vitis vinifera. Per salvaguardare la pianta e tutelare la varietà.
Prima della fillossera, la coltivazione era di stampo antico: viti semplicemente piantate nel terreno, sfidando naturali cicli stagionali. Il ‘piedeframco’di oggi, appunto: lo stanno sperimentando schiere di vignaioli ritenuti ‘incoscienti’, ma pronti a cimentarsi con il ritorno a usi e costumi enoici di grande fascino, a prescindere da produzioni banali e vinificazioni di stampo moderno. Una scommessa. Non sempre convincente, comunque un modo per riportare in vita la vite…. Leggi l’articolo completo>>